Gli occhi del cuore incontrano una persona.

Una persona che ha dei bisogni, chiede aiuto, ha paura e si vergogna. Una persona sfiduciata, incredula, scoraggiata, depressa e senza progettualità. Una persona che cerca una relazione, una motivazione di senso per un rinnovato coraggio, una rinnovata crescita, una dignità ritrovata, una nuova semina di vita. Il cuore prende l’iniziativa... coraggio! è una persona da prendere per mano, da accompagnare.

Mi sono ritrovato a ripensare all’immagine del ballo ... proprio perché ciò che si crea nell’accompagnare è una relazione, frutto di un ballo che coinvolge corpo, sensi, emozioni, sentimenti, pensieri... la danza dell’avvicinarsi, la delicatezza della cura.

Accompagnare genera un incontro profondo che permette di respirare e ricevere il dono dell’emozione. L’incontro è un guardare insieme ciò che si fatica a guardare da soli, poterlo tenere insieme tra le mani, vederlo trasformarsi in qualcos’altro. In questo consiste il dono dell’accompagnare: è uno scambio profondo, una chiave per il cambiamento che solo attraverso questo dono può generare la possibilità di uno sguardo diverso, la meraviglia di trovare uno spazio bianco dove stare, e ripartire.

L’accompagnamento è una umanità che incontra un’altra umanità: «Invece un Samaritano passandogli accanto lo vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui». L’accompagnamento è tempo donato: «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date». Attraverso lo scambio con l’altro trapela la fede: è l’esercizio della carità che manifesta che la fede è viva. Anche se avrò aiutato una sola persona a sperare non avrò vissuto invano.
(M. L. King)